Linate deve insegnare

Giovanni Contini | 12 ottobre 2001

Scontro aereo di Linate. A chi la responsabilità? Alla nebbia, al radar mancante, alla coincidenza, all’errore umano? No, la nebbia, il radar mancante, la coincidenza, l’errore umano non sono la causa del disatro: come tutti sanno le cause sono altre. Sono le stesse che hanno provocato tante tragedie oramai diventate sbiaditi ricordi: il bacino della Val di Stava, il palazzo sprofondato a Foggia, l’ospizio di Motta Visconti, la valletta di Sarno, il Vajont, il Galeazzi. Quali le cause? “Sciatteria, intollerabile sciatteria” è stato scritto nei giorni scorsi sul principale quotidiano italiano.
Non incontrollabili eventi, fatali coincidenze o impensabili errori umani bensì fuga dalle decisioni difficili, sopito senso di responsabilità, trascuratezza, fatalismo, ipocrisia gestionale. Tutto ciò dovuto anche a un sistema legislativo vecchio e demotivante che ha ingenerato regolamenti molto complessi, controlli solo formali, pene severe ma spesso inapplicate e comunque, sempre, il deleterio frazionamento delle responsabilità. Che fare? Ad ogni livello si avverte la necessità di cambiare, di invertire la rotta, di gestire le attività pubbliche in modo più incisivo, meno burocratizzato. Sappiamo che occorrono funzionari adeguatamente formati e norme più efficaci ad ogni livello. Tutte le norme: da quelle statali che regolano la gestione del traffico aereo a quelle sul controllo delle caldaie negli edifici, dalle norme sugli appalti delle grandi opere pubbliche ai regolamenti edilizi comunali.
Lo stato e la regione stanno cercando, tra mille resistenze, di snellire, sburocratizzare, dare fiducia e responsabilità agli operatori ed ai cittadini: lo sportello unico, il responsabile del procedimento, la superDia, l’autocertificazione ne sono i primi timidi esempi. Le province e i comuni devono fare la loro parte adeguando i regolamenti locali, i sistemi di controllo, i contratti d’appalto. Tra i contratti, per esempio, sono importantissimi quelli di manutenzione perché proprio le manutenzioni sono indispensabili per l’efficienza degli impianti di sicurezza. Nei contratti d’appalto, compresi quelli delle manutenzioni, sta prendendo piede il concetto di dare peso più ai risultati che al percorso per ottenerli. Un esempio: per avere l’erba del giardino sempre ben tagliata, l’amministratore del condominio (o il sindaco) può stipulare col giardiniere due diversi tipi di contratto: in uno può richiedere che il giardiniere garantisca quattro tagli dell’erba all’anno, nell’altro può chiedere che l’erba del giardino abbia sempre un’altezza compresa fra tre e cinque centimetri. Nel primo caso il contratto codifica le modalità di esecuzione, nel secondo caso definisce il risultato finale. Nel primo caso il giardiniere non aumenterà il numero di tagli neanche di fronte ad una crescita rigogliosa dell’erba e dovrà far sempre quattro tagli, anche nel caso non servissero. Col secondo tipo di contratto il giardiniere deve garantire il risultato finale e quindi dovrà organizzare i tagli in modo adeguato per tenere l’erba sembre corta. Fino ad oggi sono stati quasi sempre stipulati contratti del primo tipo quelli che rispondono alla domanda “come si deve fare” nonostante sia il secondo tipo di accordo (“cosa si ottiene”) a garantire il risultato voluto. Il fornitore col secondo tipo di contratto diventa quindi un protagonista del risultato e non un mero esecutore cioè viene considerato un partner col quale raggiungere uno scopo (noi dobbiamo dare ai condomini l’erba ben tagliata) e non una controparte (tu devi tagliare l’erba quattro volte). La responsabilità del risultato passa dal committente al fornitore. I nuovi tipi di contratto non stabiliscono quindi le modalità di intervento ma cosa si deve ottenere; per gli impianti, ad esempio, sanciscono che essi debbano essere resi sempre funzionanti e che l’interruzione del servizio non debba essere superiore a un certo numero di ore per un numero massimo di volte all’anno, caso contrario è automatica l’applicazione delle penali, senza deroghe. Sembra una modalità semplice ed ovvia ma non lo è. Provate a leggere con attenzione l’oggetto degli usuali contratti di manutenzione (ascensori, caldaie, computer, gestione giardini, manutenzione edifici, impianti antincendio e di sicurezza, ecc.) e ve ne renderete conto. Norme semplici unite ad una maggior responsabiizzazione sia dei funzionari pubblici che dei fornitori e verifica del risultato finale. Le vittime di Linate devono essere il nostro monito.

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